lunedì 3 maggio 2010

Pierre et le Lu

Più che emozione e felicità, posso dire che quello che provavo ieri pomeriggio prima dell'incontro era paura. Una grande paura di essere deluso, un grande paura di far scendere il mito dal suo piedistallo, paura di vederlo umano, semplice uomo tra gli uomini, paura di vederlo normale e non più fantastico eroe dalla penna appuntita come una spada. Paura di trovargli qualche difetto.Paura di vederlo brutto, o antipatico, o spocchioso, o avido o chissaché. Paura che non mi piacesse più.
Non si dovrebbero mai incontrare i propri idoli. Anche De Andrè lo sapeva e per quanto amasse Brassens, non lo volle mai vedere e neppure mai sentire dal vivo, nemmeno quando nel 1969 De Andrè era a Parigi e Brassens si esibiva all'Olympia. Anche io lo sapevo, e non avrei dovuto, ma alla fine la voglia di vederlo ha prevalso sulla paura. Mi è andata bene. Dopo due ore di incontro, ci avviciniamo per un autografo e lui firma con piacere la mia copia di Bar Sport. Vicino alla sua aura divento piccolissimo. "A chi devo dedicare questo autografo?" Avevo pensato un milione di cose da potermi far scrivere, cose simpatiche, magari per fare anche una battuta, ma la bocca non risponde più al mio controllo e sento solo di pronunciare, poiché non sono cosciente di aver pronunciato, "a Pietro". "Ecco tieni", porgendomelo con un sorriso. "Grazie mille", e mi allontano. Una copia di Bar Sport autografata con dedica da Stefano Benni. Non credo di possedere null'altro di così prezioso. Lo lessi per la prima volta nel Giugno 2008. Avevo un esame molto importante e in quel periodo ero molto giù e avevo studiato poco. Ero all'università con gli altri due ore prima dell'esame per vedere di rimediare qualcosa, ma la voglia è poca. Mi porgono Bar Sport, mai sentito prima. Qualcosa di indescrivibile. Passo il tempo prima dell'esame leggendo e ridendo come non mai. Avevo scoperto un nuovo, fantastico universo. Durante l'esame non scrivo nulla, poiché sono troppo impegnato a ridere pensando al libro. La bocciatura più divertente della mia vita. Esco dalla facoltà e mi compro il libro. Lo rileggo nel treno. L'avrò letto da allora una dozzina di volte almeno. Mi fa sempre ridere come lo leggessi per la prima volta. E quell'universo è ancora lì, ancora sconfinato e meraviglioso e in questi anni mi ha donato risate e lacrime come niente mai.
Grazie di esistere Lupo





Perdendo sangue

Questo regalo ti posso fare
Che tu non sappia del mio dolore
Che ti descriva tra nere nuvole
Il raro raggio che talvolta mi illumina
Il cerchio di vita in cui resisto
Per vederti, per amare, per dirti
Perdendo sangue che esiste il sole

Stefano Benni

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